Tutti i bambini amano disegnare, sopratutto in certi momenti della giornata.
Molto spesso, infatti, il disegno e' divertimento, e' un gioco che si alterna ad altri. Si tratta di un gioco tranquillo, che si puo' fare da soli o con pochi compagni, e che, come tutti gli altri giochi, viene fatto con la serieta' e con l'impegno che contraddistinguono tutte le attivita' infantili. Possiamo distinguere, a gradi linee indicativamente, alcune fasi di sviluppo del disegno, in linea alle fasi dello sviluppo psicomotorio.
Il piccolo prende una matita e, per caso o per imitazione, traccia il primo segno: ciò che gli dà soddisfazione e cerca di ripetere il gesto. Il bambino sarà contemporaneamente stupito della linea che è scaturita della punta della matita, ma anche entusiasmato dal piacere provato nell'eseguire il movimento che ha prodotto il segno. Dopo circa sei - sette mesi, quindi verso i vent'uno / ventidue mesi, l'attività istintiva del bambino si sfuma per lasciare emergere un timida intenzionalità, nel senso che il piccolo è in grado di coordinare meglio le sue capacità visive con quelle motorie, e quindi saprà orientare con più scaltrezza il suo movimento per produrre determinati segni.
In questi mesi il bambino sarà interessato a produrre linee orizzontali, verticali e circolari: V. Lowenfeld e W. L. Brittain definiscono questa fase dello "SCARABOCCHIO CONTROLLATO".
Intorno ai tre anni e mezzo, con l'arricchirsi dell'esperienza del bambino e del suo mondo interno rappresentativo, emergono timidamente i primi abbozzi della "FIGURA UMANA".
Inizialmente sarà una forma rotonda con due linee orizzontali al posto delle braccia, quindi la testa e le gambe,chiamata figura a girino;infine compariranno dei segni per caratterizzare il viso. Questi ultimi saranno indistintamente posti dentro o fuori dal cerchio "viso" e solo diversi mesi dopo troveranno una collocazione esatta.
Il disegno ora è come una fotografia dell'investimento affettivo del bambino, del suo modo di vedere la realtà, la quale spesso non combacia con la realtà oggettiva quindi il disegno è strettamente legato allo sviluppo affettivo, intellettivo e sociale del bambino. Ad esempio se un bambino disegna a cinque anni ancora l'omino come un "girino" ciò deve destare particolare interesse perché potrebbe indicare o un ritardo nell'acquisizione dello schema corporeo e/o problematiche affettivo relazionali, quindi la produzione grafica svela a che stadio di sviluppo il bambino si trova.
Verso i sei anni, il bambino inizia ad essere interessato anche al mondo naturale e quindi si esperimenta nel rappresentare il PAESAGGIO. Lo sforzo che egli deve compiere in questa tappa è quello di adattare ed elaborare dei nuovi segni adeguati alla sua rappresentazione. Come per la figura umana, anche per il paesaggio c'è inizialmente la ripetizione della stessa immagine per possederla in maniera certa, poi avviene il suo continuo arricchimento.
Per quanto riguarda il disegno con le tempere il rapporto è molto diverso dal mio punto di vista. Al nido facendo vari laboratori di pittura sembra che alcuni bambini abbiano paura della tempera, invece con i pennarelli hano un rapporto più amichevole. Una dada,nella mia sezione, mi ha spiegato che dipende proprio da bambino a bambino ma ce ne sono alcuni che hanno proprio paura e piangono usando le tempere.